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TRAVELOGUE | FESTIVAL DEL PAESAGGIO 2016

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Nel 1918 Filippo Tommaso Marinetti parte per Capri, a cui dedica il romanzo “erotico-sociale” dal titolo “L’isola dei baci”.
Questa di Marinetti è una fra le svariate immagini e suggestioni che hanno animato un analogo viaggio per Capri,
a quasi cento anni di distanza, compiuto da me, Gianluca Riccio (critico, curatore e docente di arte contemporanea),
e Piergiorgio Robino, fondatore di Nucleo, collettivo torinese che da anni porta avanti un articolato percorso di ricerca e sperimentazione
in cui arte e design si fondono e confondono felicemente. I Nucleo hanno un personalissimo approccio al progetto.
Rifiutano la produzione industriale: nessuno oggetto in serie, tutti pezzi unici. A Torino hanno un laboratorio dove ogni fase progettuale
è seguita da loro direttamente, dalla prima idea alla realizzazione ultima. D’altronde, per Piergiorgio il design è “come un croissant per il pasticcere”:
cerca di farlo sempre più buono, di perfezionarlo e, quando ci riesce, a quel punto può diventare tante altre cose: dolce, salato, farcito…
Allo stesso modo, il lavoro sul design deve essere un processo di continuo perfezionamento.

Incontro Piergiorgio qualche anno fa e, in quella occasione, matura l’idea di fare un viaggio insieme. Il momento giusto arriva questa estate,
quando lo invito a Capri all’inaugurazione della prima edizione del Festival del Paesaggio, curata da me e Gianluca. Iniziamo a raccontargli dell’isola,
dei suoi misteri, del fatto che non si tratti soltanto di un luogo turistico ma, da secoli, di un territorio fertile per la creatività.
Gli facciamo scoprire Villa San Michele, celebre abitazione dello scrittore e psichiatra svedese Axel Munthe e residenza dell’eccentrica marchesa Casati,
che sull’isola invitò artisti, scrittori e intellettuali. E lo introduciamo alla figura di Edwin Cerio, ingegnere, scrittore,
naturalista, nonché sindaco di Capri, che, proprio qui, nel 1922 organizza un convegno sul paesaggio, dove invita a rivedere l’idea stessa dell’isola,
da non intendersi più, e soltanto, come stereotipo “da cartolina”. Io, Gianluca e Damiano Gullì, altro critico e curatore,
coinvolgiamo Piergiorgio nel progetto Travelogue, residenza artistica a Capri e workshop per avvicinare gli studenti dell’isola ai linguaggi del contemporaneo.
Travelogue è un “viaggio” che aiuta a scoprire una Capri inedita, dove i turisti sono solo comparse mentre il vento, la luce e la natura diventano i veri protagonisti.
Accoglie i nostri incontri e riflessioni il Capri Palace, art-hotel d’eccellenza che in questi anni è la base operativa di Travelogue.

Con Piergiorgio ci confrontiamo su senso e significato del paesaggio contemporaneo. Arriviamo a individuarne come particolare espressione le piscine:
grandi, vuote, piene, pubbliche, private. Oggetti del desiderio e, paradossalmente, sull’isola, spazi di ulteriore isolamento, questa volta dal mare stesso.
Piscina, insomma, come “non-mare”, punto di incontro tra naturale e artificiale. Piergiorgio, alle 5 di mattina,
decide di fare un sopralluogo sulla Scala fenicia alla ricerca di immagini uniche, di suoni e di alberi. Tutto appare magicamente decadente.
Nel pomeriggio scopriamo un altro posto unico: il bosco del faro di Anacapri. Lì Piergiorgio inizia la sua installazione.
Vuole trasformare gli alberi in sculture. Non è la prima volta che i Nucleo utilizzano la natura per le proprie opere, basti pensare al progetto Wood fossil,
presentato nel 2012: sedute realizzate con resina e tronchi centenari a ricreare i processi millenari della natura.
Giocando con il tempo, attore principale nel lavoro dei Nucleo, Piergiorgio immagina Capri nell’anno 11.427.
Tra 9.409 anni il livello del mare si sarà alzato di 32 metri, continuando di 3,4 mm all’anno.
Della calce bianca viene usata per segnare quello che sarà fra millenni e millenni il nuovo livello del mare come monito per la sua salvaguardia e tutela.
Io, Gianluca e Damiano siamo affascinati da questo progetto proiettato in un futuro così remoto ma che, al contempo, nasce in un contesto così vicino e tangibile.
Chissà se Cerio e Marinetti avrebbero mai immaginato che qualcuno sarebbe tornato a Capri per seguire i loro consigli e far rivivere una contemporanea “Isola dei baci”…

 

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